Lavorare a Londra: la mia esperienza come Sviluppatore Web

Trasferirsi all’estero e rifarsi una vita è il sogno di tanti qui nel bel paese.
Diciamocelo, in Italia abbiamo tanti problemi e, anche se a volte siamo degli inguaribili immobilisti “lamentoni” una cosa è vera: la situazione post-crisi del 2008 non è mai più migliorata.

Sempre più spesso, infatti, si sente la fatidica frase: “fanc*** .. mollo tutto e parto!”.
Ma quanti poi lo fanno veramente?

Beh, nel Gennaio 2014 sono stato uno di quelli che l’ha pronunciata, promettendomi di farlo per davvero, tanto che a Giugno ero già con il culo sopra un low-cost Easyjet.

Meta? Londra ovviamente, la capitale del lavoro, della meritocrazia e della Silicon Roundabout.

Ho quindi mollato per un anno lo studio qui in Italia:
sentivo il bisogno di fare un’esperienza all’estero e di mettermi alla prova.

In compagnia della mia dolce metà ci siamo subito trasferiti nel quartiere est della bella capitale inglese, il tutto con i soldi per circa un mese, dentro un alloggio condiviso con 4 altre persone, un inglese B2+ (oltre l’inglese intermedio), il minimo per essere presi sul serio quando apri bocca. Come è andata? Bene! Lascia che ti racconti qualcosa:

Impatto iniziale

Non essendo mai stato ricco, mai ho avuto il lusso di stare a zonzo per l’europa con i soldi di ‘mammà’ a fare lo yuppie, e l’estero l’ho visto solo con qualche gita o breve week-end di piacere. Questo ha reso veramente duro l’impatto iniziale quando sono arrivato.

Appena metti piede in una metropoli come Londra, se sei una persona che non ha viaggiato tantissimo, ti ritrovi assolutamente spiazzato.
Hai bisogno di qualche giorno per ri-assorbire l’adrenalina iniziale.. e ti assicuro che è una bella botta!

La complessità della city, la nuova lingua ed il melting-pot etnico ti scuotono tanto. Una sensazione assolutamente positiva che ti fa sentire vivo, e annulla ogni tua paura!

L’est di Londra e le sue case

Sistemarsi a Londra è molto semplice, rispetto ad altre grandi città europee.
Londra è divisa in zone concentriche e soprattutto se si sceglie la parte est (che è Zona 2) e abbastanza facile e veloce trovare un alloggio anche appena arrivati.

Se non hai esperienza sugli immobili a Londra è comprensibile che magari non hai voglia di metterti a trattare subito con caparre, acconti e contratti con il primo tizio che capita.
Per questo ci sono delle società italiane che ti aiutano a trovare un alloggio prima di partire, comodamente dall’Italia e soprattutto via internet ( GIYF – cit. Google is Your Friend ).

Il quartiere est è per la sua maggioranza abitato da medio-orientali e asiatici, ma anche gli italiani sono veramente numerosi. Allontanandosi dall’east end le vie si fanno più larghe e meno caratteristiche, qui in zona E1 ed E2 (E sta per east) sei collegato benissimo sia con il centro di Londra che con il noto centro commerciale di Westfield (si vocifera il più grande d’europa). I mezzi per arrivare in centro ci mettono poco più di 20 min e sei al 90% dei casi a destinazione senza troppi sbattimenti, una bomba insomma!

Le case sono un discorso a parte, lo standard londinese è basso per le aspettative italiane e non pecca solo per la mancanza del bidet ma proprio per un’inesistente cultura della casa.

Mediamente a Londra la casa è un loculo con moquette ovunque – anche in bagno – , i cablaggi elettrici sembrano opera di un macaco strafatto, i lavori idraulici inadeguati, i prezzi assurdi: per avere un alloggio si paga da 800€ in su al mese a persona, sempre parlando di casupole malmesse e condivise con altri inquilini.
Fortuna ha voluto che dopo un mese e mezzo di ricerche ho trovato un trilocale in zona molto vicina (E1 – Stepney Green) non condiviso, a 100 sterline di più, senza moquette stavolta 🙂

La qualità della vita

Londra, seppur caotica, ha una buona qualità della vita, c’è inquinamento come in tutte le città, il clima non è pessimo come si racconta.

Non fa eccessivamente freddo, è una città piovosa ma ci si fa l’abitudine molto presto. In inverno la ‘botta’ di freddo Dicembre Gennaio molto più tosta ovviamente dei paesi mediterranei ma sopportabilissima. L’estate un vero piacere, fa caldo il giusto ed i parchi (e sono tanti) te li godi di brutto con delle belle e lunghe passeggiate.

Cibo? Non credere a chi dice il contrario.
Le carni, anche locali, sono ottime, le verdure sono identiche ( e perché non dovrebbero esserlo? ) a quelle italiane, ormai il made in italy viene importato a go go. Non ci credi?
Mi sono fatto anche un panino con la porchetta – quella vera, quella laziale – al Borough Market.. ebbene sì!
Sempre più catene hanno prodotti italiani con costi abbordabili e la stessa – quasi – qualità dei supermercati italiani. Vuoi la bufala? C’è, vuoi il caciocavallo? C’è. La pasta viene bene e il caffè se lo sai fare, pure, anche perché è Lavazza (™), visto che vendono un buon 40% di prodotti italiani quasi dappertutto.
Voglia di pizza? non c’è problema la catena Franco Manca originariamente pizzeria presente solo nel quartiere di Brixton è la fotocopia di una pizzeria italiana e ce n’è praticamente quasi una per ogni quartiere.
Il punto è che la fanno meglio di tante pizzerie italiane e costa molto poco.

Voglia di aperitivo all’italiana? L’Ombra è un locale tipico italiano nato per questo dove si beve vino da paura e si mangia una ottima selezione di prodotti tipici italiani. Insomma, oggi , in quanto a pappa c’è tutto, forse 30 anni fa no, ma ci piace dire ancora che si mangia male.

Divertimenti. Ho vissuto ad East London per quasi un anno e raggiungere Brick Lane a piedi era per me una svolta. La mitica via piena di hipsters, artisti, discoteche e street art, impossibile non perdersi dentro uno dei suoi locali; qualche via più avanti arrivi a Shoreditch, quartiere IT & Business di giorno e di notte uno dei centri della movida londinese. Le occasioni di divertimento non mancano di certo, dal classico Pub inglese ai locali più caratteristici, con le metro che fanno anche servizio notturno e rendono tutto accessibile.

Persone. La vita sociale a Londra è un punto molto soggettivo, se il fulcro delle tue amicizie si muove sui londinesi doc. avvertirai la differenza culturale quasi sicuramente.
La verità però, è che la maggior parte delle persone che ho visto lì fanno tutte combriccola tra connazionali, e di questo portiamo la bandiera soprattutto noi italiani.
Sembra quasi che mentre l’inglese ‘tipo’ può avere avversioni verso l’italiano, il londinese sembra averci fatto ormai l’abitudine alla presenza di italiani e non ho mai visto ne vissuto razzismo, altro luogo comune per fare sempre vittimismo gratuito (quanto ce piace!).

Le persone a Londra sono e si sentono molto sole, mediamente la vita di chi vive a Londra è divorata in toto dal lavoro che logora tantissimo i rapporti interpersonali. Il continuo viavai a cui è esposta la gente poi non aiuta a consolidare i rapporti.

Spesa. A Londra fare la spesa è un vero piacere: La spesa la fai su questo sito ( morrisons.co.uk ) comodamente online, scegli la spesa con tanto di filtri prezzo e con circa 5 euro in più ti portano tutta la spesa a casa senza sfondarti le braccia tra metro e autobus. Per i generi a lunga conservazione quasi tutti gli inglesi fanno così. Per il resto ogni 20 metri c’è un supermercato di ogni tipo, groceries, off-license o posti spettacolari come “La Bottega” a Victoria dove puoi mangiare e fare spesa dei nostri amati prodotti italiani.

Trasporti. Non hai bisogno di imprecare quando prendi i mezzi pubblici, sono sempre precisissimi, a parte qualche disguido nelle rush hour (ore di maggiore affluenza). Unica pecca: Costano. In media 250/300 euro al mese.
I Biglietti cartacei dei mezzi sono carta straccia dai primi anni 2000:
oggi basta una carta contactless chiamata Oyster Card che vale per tutti i mezzi e che ricarichi comodamente sempre online.

shoreditch

Criminalità. Posso dirlo sinceramente, so di quartieri non proprio tranquillissimi a detta di conoscenti, ma non mai visto una cosa fuori posto in un anno di permanenza. Mai una rissa, mai neanche un gestaccio. Città sicura, anche in orari notturni, c’è da dire anche per la massiccia presenza di telecamere.

Ma si lavora?

Una premessa è necessaria.
Il tasto lavoro a Londra dopo il 2008 è un tasto dolente, e purtroppo le motivazioni pochi le raccontano per come sono. Da chi ci ha vissuto prima di quella data – e poi ultimamente se n’è andato – ho sentito dire sempre la stessa frase:

“Voi giovanotti che andate a lavorare a Londra adesso guadagnate la metà – e anche meno – di quello che guadagnavo io nel 2000 in proporzione. Forse si guadagna ancora qualcosina meglio rispetto all’Italia.”

Anche se queste persone non lavoravano tutte nel settore IT, e anche se non posso ridurre tutto ad una frase ‘da bar’, mediamente, la contrazione dei salari è un dato di fatto anche nel nostro settore.

La crisi del 2008 non ha risparmiato il Regno unito, e ha portato tanti problemi, ancora presenti; di contro le politiche di immigrazione della capitale inglese sono rimaste elastiche, e continua ad arrivare gente da tutto il mondo convinta che vivrà agiatamente con un anno di lavoretti ‘come capita’.

La realtà è ben altra, a Londra o hai un ruolo, un mestiere ben preciso e sviluppato verticalmente in maniera estrema o muori letteralmente di fame. Poco è lo spazio per i mediocri o per chi ancora deve decidere che diamine fare nella propria vita.

Tutte queste persone, che per carità hanno tutto il diritto di prendersi tutto il tempo che vogliono per decidere che cosa fare “da grandi” finiscono però per fare i lavori peggiori e più umili, lottando per il “minimal wage” (il minimo sindacale).

Massimo rispetto per i lavori umili, c’è gente che ci mette tanto impegno per farli bene. La rovina però, è l’esubero che si crea quando troppe persone cercano di “abbordare” mestieri più semplici, per sbarcare il lunario. A Londra succede questo.

Partire con le idee chiare per me è stato fondamentale, ma non credere sia stato facile.
Il mio obiettivo era quello di fare un’esperienza di lavoro all’estero nel settore IT e anche se avevo già un mestiere per le mani da 2 anni e mezzo, a Londra te la giochi con le migliori risorse sul suolo europeo.

La peculiarità del lavoro nella capitale britannica in ogni settore, è infatti quella di prendere persone da ogni parte d’Europa che oltre ad essere molto giovani, sono dei veri talenti.

Quando arrivi ad un colloquio con il tuo bagaglio di conoscenze sulla programmazione, magari adeguatissimo al ruolo proposto, devi sempre considerare che la sedia è ancora calda del tizio appena andato via, campione di matematica e contributor di sorgenti su GitHub per progetti enormi. Sì: questo è il target che circola a Londra.

E’ tutta Serie A?

No, non è tutta “serie A” per fortuna. Ho fatto interview con ditte illustri andati bene e ditte assolutamente anonime nelle quali il colloquio è stato a dir poco disastroso.
Il punto fermo che avevo in testa è stato sempre uno:
C’è sempre una ditta che cerca uno sviluppatore senza pretese tecniche mostruose.
In effetti è, ed è stato così, almeno per me.

Come trovare lavoro a Londra come Sviluppatore Web

In una settimana e mezza e con centinaia e centinaia di miei CV sparsi digitalmente su tutta Londra avevo già agganciato 2 colloqui definitivi. Appena arrivato non hai grandi possibilità di scelta, e mandare tanti curriculum a tante realtà diverse è una soluzione utile per entrare subito a contatto con il mondo del lavoro londinese.
Chiaramente, tanti curriculum non significa “a cani e porci”:
ti stai sempre candidando per il tuo mestiere, ma lo fai su più realtà possibili.
Questo, almeno inizialmente, per me è stato positivo (e un passo obbligato).

Rispetto all’Italia le regole per un’ottima candidatura sono:

  • Curriculum rigorosamente NON in formato europeo
  • Lettera di presentazione (ci tengono moltissimo)
  • Pazienza, per fare application personalizzate e ben fatte.
  • Esperienza lavorativa documentata. Conta molto di più delle lauree (soprattutto se non le hai prese in UK)
  • Livello di inglese almeno B2+

Partendo da questo, in circa 10 giorni, ho trovato lavoro come Sviluppatore Web Junior in una startup ramo tech e finanziario, controllata di un gruppo di investitori.

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Piccolo scorcio di Victoria preso dall’ufficio nel quale lavoravo.

L’importante non è come inizi, l’importante è iniziare

Proprio così. Essere troppo esigenti per la vostra prima esperienza di lavoro sul suolo britannico non vi aiuterà. Un’esperienza lavorativa iniziale di qualche mese vale tantissimo in UK ed è il minimo per avere le carte in regola per ottenere, successivamente, un lavoro di livello.

Il loro mercato del lavoro si muove sulle referenze, ottenerne inizialmente almeno una è infatti fondamentale per trovare il posto di lavoro che desideri, quindi se sei alla prima esperienza è una situazione che devi sbloccare, a meno di non avere competenze mostruose su un determinato ambito.

Alzare l’asticella

Riuscire a sistemarsi con un lavoro adeguato alle proprie competenze è fattibile in una città come Londra, anche se non facile o scontato.

Quello che incomincia a diventare difficile a Londra è mollare il lavoro entry-level per il lavoro che desideri, possibilmente con la ditta che lavora nel settore che preferisci e che può garantirti una buona paga (dai 25k/y in su è il minimo).

Ecco.. fare questo incomincia ad avere le sue difficoltà.

Infatti, nel frattempo che devi tenerti il posto “entry-level” e andare a lavorare, devi trovare il tempo di mandare CV e coltivare tutte le opportunità di tuo interesse.
Ma attenzione, non è solo ricerca: spesso bisogna studiare eventuali competenze richieste in più, oltre a mantenersi sempre allenati e migliorarsi continuamente con la lingua.

In questa fase, ad esempio, ho preferito realtà con le quali volevo assolutamente lavorare, almeno come sviluppatore front-end, ma è chiaro: ci ho messo molto di più.

Come si cerca un buon lavoro a Londra

Premettendo che dipende dalle tue aspettative di “buon lavoro”, generalmente, la possibilità di ottenere una job interview con la ditta che ti piace non passa sicuramente per le agenzie di lavoro.

Stai alla larga da queste e soprattutto dai recruiters, a Londra basta iscriversi a 2 o 3 portali di lavoro per essere tartassati dai recruiter di turno, che non faranno altro che inondarti di mail e telefonate, facendoti perdere tempo prezioso senza mai farti fare colloqui.

Il discorso è semplice, loro ti contattano solo perché lavori nel settore IT e ti propongono un lavoro che al 99% non è assolutamente pertinente con il tuo curriculum vitae. Perché? Semplice, per loro fai semplicemente numero e finirai in un bel plico che consegneranno al loro superiore dicendo: lavoro fatto!

Con questo non voglio screditare il settore HR, ma la prassi – parlando anche con colleghi – è proprio questa purtroppo.

Ma allora chi ti verrà a bussare alla porta per darti lavoro?

Nessuno, bisogna ricercare le companies più in linea con il nostro curriculum e proporci. Nient’altro. Come farlo? Nella maniera più onesta.

Dando per scontato che ti muoverai nel settore IT, sai già almeno come farlo .
Io dal mio canto, essendo principalmente skillato come front-endista – passami la licenza 🙂 – il mio target come ditte ideali sono state:

  • agency che sviluppano o fanno comunicazione su web
  • realtà avviate con un minimo di struttura e non startup
  • che avessero molti clienti in portfolio
  • buona paga
  • dove ci fosse anche consulenza da fare e non solo codice
  • che chiaramente avessero bisogno di uno sviluppatore front-end
  • possibilmente affermate o un minimo conosciute nel settore

Con questi obiettivi ben precisi in mente il cerchio si restringe, e puoi iniziare a muoverti in modo molto preciso, studiando innanzitutto gli annunci “tipo” del tuo target.
In questa fase è molto utile fare un attento scouting delle opportunità che potrebbero fare al caso tuo e studiare bene chi le sta proponendo, poi farti avanti nella maniera più appetibile.

Dopo un mese di ricerche fatte con ogni mezzo: dai profili sui social network alle job board e alle custom query sui motori di ricerca, hai il tuo bel quadernino con su scritte almeno una decina di selezioni aperte. In meno di una settimana, se ti sarai proposto bene per e-mail, sarai già sotto con i colloqui: A quel punto dipende solo da te.

I colloqui di lavoro sono molto friendly, le domande che ti vengono fatte sono sempre inerenti alla professione e alle tue capacità. Parlano senza problemi di soldi e non ti chiedono dove hai studiato o altre cose inerenti al tuo curriculum scolastico (non gliene frega una beneamata); evitano di chiederti dell’attuale lavoro e se c’è modo ti mettono a fare subito una prova.

Insomma, a questi colloqui non si perde assolutamente tempo 🙂

Finita la fase dei colloqui, gli inglesi sono molto celeri nel ricontattare le risorse.
Nel giro di pochissimi giorni infatti sono stato ricontattato per il mio secondo lavoro come consulente tecnico in materia Front-End/UX.

Tirando le somme

Dopo un anno circa di permanenza in UK, anno che mi è servito per fare un’esperienza lavorativa all’estero bella sostanziosa, mi sono fatto un’idea abbastanza precisa di ciò che è Londra e di come funzionano le cose.

Personalmente, ritengo sia stato in definitiva tutto assolutamente positivo, e oltre al bagaglio personale ho arricchito quello professionale e soprattutto quello linguistico (essenziale in questo settore).

La vera meritocrazia, l’integrazione tra culture, la serietà, la cortesia ed il valore che danno al tempo, sono tutte cose che mi hanno stupito degli inglesi. Qui, poi, ci sono tante opportunità rispetto all’Italia, e se sai muoverti agevolmente puoi sfruttarle.
Quello che devo riconoscere però, è che se avessi avuto in mente di rimanere stabilmente a Londra – e non solo di fare un’esperienza – avrei dovuto fare i conti con lavori sì buoni, ma con paghe utili giusto a “mantenersi”, con un costo della vita decisamente troppo alto.

A Londra ho visto la ricchezza, quella vera. Gente che gira con bodyguard ed autista, e mi sono detto: non ho assolutamente bisogno di tutto questo, ma, se dovessi rimanere, vorrei almeno vivere meglio di come stavo in Italia.
Per raggiungere un tenore di vita superiore a quello italiano in termini di stipendi, scordati – sempre a meno che tu non sia un fottuto genio nel tuo settore – di arrivarci in un anno.

Mediamente chi arriva a lavorare a Londra, anche skillato, rimane entry-level per almeno 2 / 4 anni, sia per la lingua, sia perché come detto, qui in UK alla gavetta e all’esperienza lavorativa ci tengono, e tanto. Fare carriera ha richiesto per molte persone che ho conosciuto lassù, tanto tanto tempo.

Chi approda qui ed incomincia a tirare dentro 2000 sterline al mese (che è una paga decente, per carità) si renderà presto conto però che:
un’auto ha la sua utilità, e costa, la sanità è meglio pagarla visto come stanno messi, ed il risparmio non è un optional nel caso di imprevisti (di salute e non).

Tutte cose che con 2k mensili devi incominciare a tirare veramente la cinghia per permetterti. Non entro in merito ulteriormente, anche perché ognuno ha i suoi canoni, ma avendo vissuto in prima persona qual’è il costo della vita effettivo della capitale inglese posso affermare che le 2000£ sono l’equivalente dei 1100€/mensili a Roma, tanto per fare un paragone.

Concludo con alcuni siti utili per facilitare la ricerca del lavoro in suolo britannico che mi sono stati molto utili per agganciare buone opportunità, ma come detto prima consiglio sempre una ricerca ad hoc delle occasioni di lavoro:

https://www.siliconmilkroundabout.com/companies
http://www.techcityjobs.co.uk/
https://www.glassdoor.com
https://www.adzuna.co.uk

Come punto di partenza, invece, per una ricerca mirata consiglio sempre il buon vecchio Linkedin, che qui in UK sembra funzionare molto bene (e molto meglio del belpaese).

Come ultima cosa vi consiglio caldamente di fare continue relazioni pubbliche nel settore, per questo mai dimenticarci di www.meetup.com che è un ottimo punto di inizio per trovare meeting interessanti e conoscere persone nel settore.

Have fun! 🙂

the_shard

 

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mario

My name is Mario Santella and I'm an experienced developer since 2012.
I'm mainly focused on data processing and development with Python, PHP and Javascript (often in combination with MongoDB).
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